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L’impronta di carbonio di Internet

Intangibile, invisibile; quasi diremmo inesistente, se non fosse che gli affidiamo una quantità sempre maggiore di informazioni su di noi. Internet è qualcosa che fatichiamo ad afferrare con mano, nascosto dietro un’infinità di server e servizi in qualche parte del mondo che non ci è troppo nota.

Per questo, potremmo pensare che l’impronta climatica di tutto ciò che riguarda il web sia trascurabile, leggera come quella di un sistema che ci permette di salvare tutto senza avere più cd, dischi rigidi o penne usb in giro per la casa. La realtà è un po’ diversa.

I dati più recenti ci dicono che guardare una serie tv online può generare fino a 60 grammi di CO2 equivalente. A causare queste emissioni sono principalmente i server su cui i video vengono caricati per essere costantemente pronti a venire consumati da chi frequenta il web. Ma non si parla solo di video: anche immagini, parole e documenti generano emissioni una volta caricati online, perché da qualche parte un server deve rimanere sempre in funzione perché quello stato di Facebook o le foto della gita scolastica di 10 anni fa siano rapidamente accessibili a chi vuole.

E noi, quanto consumiamo con la nostra attività su internet? Possiamo provare a calcolarlo ipotizzando di trascorrere, tra Facebook, Youtube e Instagram, circa 3 ore della nostra giornata. Immaginiamo poi di passare la metà di questo tempo a guardare video e immagini, che siano dei nostri amici o di bellissimi cuccioli in cerca di una casa. 90 minuti trascorsi così ci fanno consumare circa 120 grammi di CO2 equivalente, un po’ come mangiare un piatto di pasta.

Se vi sembra poco è perché negli ultimi anni i maggiori fornitori di servizi online hanno cercato di rendere più sostenibili i propri centri di dati. Sia Google che Facebook hanno operato in modo da avere il massimo dell’energia pulita possibile per i propri server, oltre a posizionarli in luoghi (come l’Islanda) in cui il loro raffreddamento non richiede molto altro che “aprire una finestra”. Solo nel 2015, per emettere quei 120 grammi di CO2 bastavano 10 minuti. 

Come abbassare l’impronta di carbonio della nostra vita su internet? Non è molto semplice: mandare una mail può essere assolutamente necessario; condividere foto e video con gli amici è ormai parte integrante della nostra vita sociale. Ci sono però alcuni primi passi che tutti possiamo compiere. Quello che teniamo su internet (e-mail, messaggi, documenti) continua a pesare sul sistema anche se non lo utilizziamo più. Allora, pulire la nostra casella di posta elettronica, il nostro cloud, le nostre stories può già diminuire le emissioni totali legati alla nostra presenza online. 

Se, poi, eliminando queste cose ci rendiamo conto che alcune di esse non ci sono mai state così utili, in futuro forse eviteremo anche di generare emissioni selezionando meglio quello che vogliamo salvare e condividere nella nostra esistenza digitale.

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