Carbon Footprint concerto

L’impronta di carbonio di un concerto

Sono uno dei momenti più belli della nostra vita: per chi ci è stato, un concerto è sempre qualcosa di speciale e a cui, forse, non si vorrebbe mai rinunciare.
Purtroppo, gli eventi dal vivo emettono un grande quantitativo di CO2 nell’aria, contribuendo in maniera importante ad aumentare la nostra impronta di carbonio. 

In effetti, pensandoci meglio, un concerto implica spostare la band, l’entourage, i partecipanti, i materiali, cibo e bevande, e poi provvedere a gestione, sicurezza ed energia per tutta la durata dell’evento. Secondo diverse fonti, un concerto genera tra i 2 e i 10 kg di CO2 equivalente per persona. Non molto, direte voi, ma quando questi numeri vengono moltiplicati per il numero di spettatori si capisce facilmente che l’impatto di un evento tale può essere enorme: un concerto allo stadio olimpico può arrivare ad emettere 500 tonnellate di CO2; per compensare queste emissioni sarebbe necessario piantare più di 8000 nuovi alberi e lasciarli crescere per almeno 10 anni. 

Per questo, i Coldplay hanno recentemente annunciato di rinunciare ai propri tour finché non riusciranno a renderli “carbon-neutral”, ossia finché non riusciranno a minimizzare le emissioni di CO2 e compensare completamente quelle inevitabili. Ma non parliamo soltanto di musica: un evento come la Coppa del mondo può emettere fino a 3 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, praticamente come offrire una pizza all’intera popolazione degli Stati Uniti. 

Il mondo dello spettacolo sta per questo cercando di ridurre il proprio impatto sul pianeta, compensando le emissioni di carbonio tramite i biglietti o programmando eventi che minimizzino rifiuti e sprechi. 

Noi possiamo fare la nostra parte scegliendo di arrivare all’evento in maniera sostenibile (con car-sharing o treno, per esempio) e, magari, premiando i cantanti che mostrano di tenere davvero al clima e alla natura. 

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