Le conseguenze del cambiamento climatico
Perché il cambiamento climatico è un rischio tanto grande per il pianeta e per noi che lo abitiamo?
Non è facile disegnare un quadro complessivo a riguardo: gli effetti del cambiamento climatico sono presenti in tutto il mondo e possono arrivare a influenzare anche la più piccola delle nostre attività quotidiane: un lungo periodo di siccità, ad esempio, può far schizzare alle stelle il prezzo del pane e limitare le ore in cui ci si può fare una doccia.
Quando parliamo di “conseguenze del cambiamento climatico”, quindi, ci riferiamo a tutti quegli intricati rapporti causa-effetto che alterano il clima, così come ai loro effetti sull’ambiente e sull’uomo. Per evitare di perderci, abbiamo scelto di raggruppare le conseguenze del cambiamento climatico in due categorie principali: gli eventi meteorologici estremi e i grandi mutamenti naturali.
Gli eventi meteorologici estremi
La prima categoria è quella degli eventi meteorologici estremi, che il cambiamento climatico rende più intensi e più frequenti. Parliamo, principalmente, di precipitazioni estreme, ondate di calore e di gelo, così come di eventi straordinari come gli uragani.
I cambiamenti nei regimi di precipitazione (di cui è possibile leggere meglio qui) sono causati principalmente dall’aumento della temperatura globale: con l’aumento dell’evaporazione c’è una maggiore disponibilità di vapore acqueo in atmosfera, e una sua maggiore permanenza in aria prima che si trasformi in precipitazione. Questo causa due fenomeni opposti tra loro:
- l’aumento di eventi estremi di precipitazione, durante i quali le grandi masse di acqua evaporata ritornano a terra in modo improvviso e violento. Sono, questi, eventi che colpiscono zone sempre più inadatte a sopportare tale pressione naturale: pensate alle bombe d’acqua più frequenti e ai danni che generano in città sempre più cementificate;
- l’aumento dei periodi di siccità, ossia dei periodi senza pioggia, sia in termini di frequenza che di durata.
L’aumento delle ondate di calore è causato principalmente dalla minore umidità del suolo, dovuta all’aumento dell’evaporazione dell’acqua e alla riduzione delle precipitazioni. In questo contesto “più caldo” le ondate di gelo, controintuitivamente, continuano a manifestarsi principalmente a causa della destabilizzazione del polar vortex, che permette al freddo artico di arrivare fino a noi più spesso di prima.
Ad alimentare eventi estremi quali gli uragani è invece la temperatura oceanica. Prove scientifiche sempre più precise dimostrano che in un clima più caldo, con l’oceano che aumenta di temperatura, questi eventi diverranno sempre più significativi e violenti.
I grandi mutamenti naturali
Per grandi mutamenti naturali intendiamo quei cambiamenti climatici che si verificano in grandi periodi di tempo e su scala regionale o mondiale. I grandi mutamenti sono, in un certo modo, la rappresentazione sul lungo periodo degli eventi metereologici a breve termine. Desertificazione, scioglimento dei ghiacci (ai poli e sulle montagne), innalzamento dei mari sono gli emblemi del cambiamento climatico, accomunati dalla causa che li genera: l’innalzamento delle temperature a livello globale.
La desertificazione è uno dei risultati più immediati del riscaldamento globale: poche specie vegetali resistono alle alte temperature e all’assenza di precipitazioni, che lasciano il suolo arido e impossibile da coltivare.
Lo scioglimento dei ghiacci si deve alla persistenza del riscaldamento globale, che con il passare del tempo scioglie gli strati di ghiaccio delle calotte polari, i ghiacciai montani – anche quelli una volta considerati perenni – e il ghiaccio marino.
L’innalzamento dei mari è dovuto principalmente alla scomparsa dei ghiacciai di terra e al loro scioglimento sempre più veloce, ma anche al fatto che gli oceani assorbono il 90% del calore generato dalle emissioni umane, e quindi si espandono. Se riscaldiamo dell’acqua in una pentola, il suo volume sarà maggiore quando è calda rispetto a quando è fredda: il meccanismo dietro l’innalzamento dei mari è piuttosto simile.
Altri effetti importanti a lungo termine sono l’acidificazione degli oceani e la trasformazione della biodiversità, che contribuiscono anch’essi ad inasprire il cambiamento climatico, in un circolo vizioso interminabile. Per limitarci a un solo esempio, nei ghiacci si trovano enormi quantità di gas serra; lo stesso vale per il suolo e gli oceani, che sono grandi contenitori di carbonio. Una volta distrutti, inariditi o surriscaldati, essi perderanno parte delle proprie capacità di “trattenere” i gas e li disperderanno nell’atmosfera, accelerando ancor di più il cambiamento climatico.
Il video mostra lo scioglimento annuale dei ghiacci. In basso a destra troviamo l’indicazione dei ghiacci per classe di età, e possiamo notare una riduzione stabile e sempre maggiore di quelli più “vecchi”
E sull’uomo, che effetti ha il Cambiamento Climatico?
Sia i cambiamenti duraturi che gli eventi meteorologici estremi hanno un impatto sull’uomo, che sia economico, sociale o direttamente in termini di vite umane. Pensiamo ai grandi mutamenti naturali: una volta che una zona si desertifica, non riceve più l’acqua di un ghiacciaio o viene sommersa dal mare, che succede a chi vi abita? Le persone perderanno le proprie attività economiche, dapprima; la tensione sociale aumenterà; infine, nella migliore delle situazioni, chi vive nell’area colpita sarà costretto ad andarsene, dando vita a nuove migrazioni climatiche. Ancor peggio, le tensioni sociali potrebbero legarsi ad altri fattori politici e causare conflitti di larga scala: in futuro gli eventi meteorologici e le loro conseguenze potrebbero rappresentare il casus belli di più di una guerra.
Se gli effetti dei grandi mutamenti naturali ci sembrano lontani nel tempo e nello spazio, gli eventi meteorologici estremi sono quelli che percepiamo con più chiarezza, viste le situazioni di emergenza che creano quando si presentano: nell’estate del 2003, l’ondata di caldo che colpì l’Italia causò oltre 2000 morti in più rispetto all’anno precedente. E il cambiamento climatico continuerà ad inasprire il fenomeno, per cui senza le necessarie politiche di adattamento, le morti correlate a questo evento potrebbero aumentare in una scala compresa tra il 150% e il 2000% nei prossimi anni.
Ma il caldo estremo è solo uno dei modi in cui il clima causerà decessi: secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro la fine del prossimo secolo il cambiamento climatico provocherà circa 250.000 morti l’anno. Gli effetti della crisi climatica sull’uomo, infatti, non si fermano ai fenomeni visibili, ma portano anche a un aumento di malattie come malaria e diarrea e della malnutrizione.
Il quadro che emerge non è certo roseo. Per affrontare al meglio questi pericoli dovremmo risolverne innanzitutto le cause profonde, e quindi azzerare le emissioni di gas a effetto serra nel più breve tempo possibile. Dall’altra parte , sarà anche necessario cercare di minimizzare le conseguenze del cambiamento climatico attraverso strategie di mitigazione e adattamento, che aggiunte alla disciplina della riduzione del rischio dei disastri e alla tutela della biodiversità possono aiutarci a salvaguardare la natura e proteggere le persone.
[Leggi anche :”Rispondere al cambiamento climatico: mitigazione e adattamento”]
Altrimenti, senza un piano di azione strutturale e personalizzato alle necessità di ogni paese, chi non potrà prevenire le conseguenze del cambiamento climatico dovrà sopportarne il peso, con effetti significativi in termini di vite umane. Rimangono da capire le cifre e soprattutto quanto siamo disposti a fare (investendo, costruendo, cambiando il sistema economico) per minimizzare questi numeri.
**Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione di altre organizzazioni ad essa collegate**
Add a Comment