8-marzo

Il giorno delle donne (che lottano per il clima)

Dedichiamo il giorno delle donne alle donne che lottano contro il cambiamento climatico

di Alice Pizzo

L’8 marzo è la giornata internazionale delle donne. Per molti rappresenta una buona occasione per ricordare, in caso non lo si facesse quotidianamente, lo straordinario ruolo che le donne ricoprono nella nostra vita e nella nostra società, sia all’interno delle relazioni affettive (dalla famiglia in cui siamo nati a quella che ci siamo scelti crescendo) che in ruoli più formali, sul lavoro o nella comunità.

 

Qui a Duegradi vorremmo portare alla vostra attenzione la grandiosità delle donne nella lotta contro la crisi climatica, un movimento in cui le donne sono in prima linea e ricoprono una funzione centrale. Ça va sans dire, il nostro elenco non ambisce ad essere esaustivo ma punta a rendere omaggio ad alcune delle attiviste, leader e scienziate che si sono spese per la giustizia climatica. Lo scopo è anche fornire una fonte d’ispirazione, offrendo una panoramica sugli ambiti più diversi, sempre legati alla questione climatica, in cui le donne hanno brillato, nonostante le disuguaglianze sociali. 

 

Kehkashan Basu

A soli dodici anni, l’attivista, originaria di Dubai, aveva già fondato la Green Hope Foundation, che lavora ancor oggi con giovani imprenditori e lavoratori situati nelle comunità più vulnerabili e marginalizzate. L’organizzazione ha un particolare focus sulle donne e sui bambini.

Allison Fon

Biologa, Oceanografa ed Ecologista, esperta di ghiaccio marino, negli ultimi 5 anni ha trascorso più di 300 giorni nell’Artico per studiare batteri (come il Fitoplancton) che sono fondamentali per il controllo del ciclo di carbonio tra oceano, ghiaccio ed atmosfera.

 

Kate Marvel

Attiva nella lotta contro la disinformazione in ambito climatico (tra blog, twitter, podcast e ted talks), è attualmente ricercatrice all’Università della Columbia e si occupa dello studio di modelli climatici, in particolar modo osservando gli anelli dei tronchi degli alberi. Tramite queste analisi, ha scoperto una correlazione tra la carestia e alcune caratteristiche nei tronchi degli alberi fin dagli inizi del secolo scorso.

Wangari Maathai

Fu un’attivista politica, formata come Biologa, che negli anni 70 fondò il Green Belt Movement in Africa e contribuì a piantare più di 30 milioni di alberi. Un progetto che non solo aiutò a prevenire l’erosione del suolo e la desertificazione dell’area ma creò opportunità di lavoro per la popolazione locale. Premiata con un Premio Nobel per la pace nel 2004, lavorò successivamente per i diritti delle donne nell’ambito climatico

Isatou Ceesay

Attivista originaria del Gambia, è stata iniziatrice del movimento di riciclo One plastic Bag nel suo paese natale. Lavora nell’ambito dell’educazione e della sensibilizzazione dei cittadini su temi quali la riduzione dei rifiuti e il loro corretto riciclo. Ha inoltre fondato un progetto per realizzare borse di plastica riciclata, che ha contribuito ad un notevole riduzione di rifiuti e ad un aumento dell’occupazione lavorativa nella sua regione.

 

Jane Goodall

Nata come attivista per la difesa degli scimpanzé, è nota soprattutto per il suo contributo all’inclusione dei bisogni della popolazione e dell’ambiente locale nei progetti di conservazione delle specie. Gira il mondo per sensibilizzare le varie comunità sulle crisi climatiche e ambientali che gli scimpanzé sono costretti ad affrontare, soffermandosi sul perché questi problemi riguardino tutte le specie viventi, e sui motivi per cui dovrebbero essere lotte comuni.

 

Catherine Lilian Nakalembe

Direttrice del programma Harvest Africa della NASA, utilizza immagini satellitari per monitorare e analizzare dati sui metodi agricoli più avanzati in regioni già pesantemente influenzate dal cambiamento climatico. Nakalembe ha un ruolo fondamentale per la sua influenza nell’ambito delle divisioni politiche nel continente, oltre a godere di un contatto diretto con le comunità più soggette alla crisi climatica.

 

Fabian Dattner

Lanciò nel 2016 Homeward Bound, un progetto per il coinvolgimento di esperte donne, con una formazione scientifica e tecnologica, nei livelli di guida nella lotta contro la crisi climatica. L’obiettivo è quello di creare una rete di collaborazione tra più di cento donne esperte entro dieci anni, fornendo una base di scambio di conoscenze per elaborare pratiche alternative sostenibili in campo scientifico-tecnologico.

 

Vandana Shiva

Eco femminista, attivista ambientale, filosofa e dottoressa in fisica, Shiva ha scritto molti libri sul tema della protezione degli ecosistemi naturali. Ha dedicato la sua intera vita a progetti di conservazione ambientale, che le sono valsi il premio Right Livelihood Award, una sorta di premio Nobel alternativo, assegnatole per il suo contributo.

 

Sheila Watt-Cloutier

È noto il suo coinvolgimento nell’adozione della Convenzione di Stoccolma , in particolar modo riguardo le restrizioni sull’inquinamento dell’Artico. Watt-Cloutier, infatti, rappresenta ufficialmente la comunità artica degli Unit e ha dedicato la sua vita a difesa dei loro diritti economici, sociali e culturali.

 

Christiana Figueres

Dopo essere stata alla guida di un’organizzazione non-profit a tema cambiamento climatico per 8 anni, è diventata segretario esecutivo presso l’UNFCC e ha contribuito al Concordato di Parigi del 2015, portando alla luce le criticità della dimensione di genere nella lotta al cambiamento climatico.

 

Hindou Oumarou Ibrahim

Attivista indigena, originaria del Ciad, ha trascorso gli ultimi 10 anni cercando di colmare la differenza tra le decisioni politiche internazionali sul cambiamento climatico e la realtà di ciò che accade “sul campo”, in tutti i sensi.

 

Tessa Khan

Precedentemente attivista di un’associazione no-profit per i diritti umani delle donne, ora si occupa di fornire adeguata assistenza legale a tutte le persone in giro per il mondo che decidono di muovere accuse legali verso i loro governi e citarli in tribunale.

 

Rachel Carson

Biologa Marina di formazione, denunciò le pericolose conseguenze dell’utilizzo dei pesticidi chimici già nel 1962 (con la sua pubblicazione Silent Spring) ed ebbe un ruolo fondamentale nella lotta per il divieto dei DDT (composti chimici creati inizialmente come insetticidi) negli Stati Uniti. Contribuì inoltre alla creazione dell’agenzia di Protezione ambientale americana (EPA) e all’istituzione del Giorno della Terra.

Emily Penn

Velista di successo, si è dedicata, tramite spedizioni d’avanguardia organizzate e composte esclusivamente da donne, allo studio delle cause e delle possibili soluzioni contro l’inquinamento plastico dell’oceano.

 

Miranda Wang

È la co-fondatrice di una startup nella Silicon Valley che trasforma le plastiche non riciclabili più comuni in nuovi materiali attraverso tecnologie chimiche d’avanguardia.

 

Inger Andersen

Economista e ambientalista danese, iniziò ad occuparsi di problemi sociali globali nel 1987, lavorando con le Nazioni Unite per trovare soluzioni alla crisi alimentare e al problema di siccità delle zone più povere del mondo. Oggi, ricopre il ruolo di direttore esecutivo del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP).

 

Greta Thunberg

Concludiamo con il mito di una generazione intera: l’iniziatrice dei Fridays for Future, lo sciopero scolastico più famoso del mondo. Convinti che non abbia bisogno di troppe presentazioni, ve ne lasciamo solo una citazione:

“Siamo dei ragazzini che si chiedono ‘Perché dovremmo preoccuparci per il nostro futuro quando nessun altro lo sta facendo? E perché dovremmo sprecare tempo per imparare dati e fatti quando i fatti non fanno nessuna differenza in questa società?’ ”

 

 

Sfortunatamente, un altro aspetto della crisi climatica che vede le donne come protagoniste riguarda invece l’enorme impatto che questa ha su di loro, in gran parte dovuto alle diseguaglianze di genere. In innumerevoli Paesi, infatti, le donne ricoprono tradizionalmente un ruolo fondamentale nel provvedere cibo e sostentamento all’interno delle famiglie e delle comunità. Questa posizione strategica le rende attori fondamentali nell’attuazione di strategie di mitigazione delle cause del riscaldamento globale e di adattamento alle sue conseguenze. Abbiamo introdotto il complesso argomento della vulnerabilità al cambiamento climatico in un nostro recente articolo. Prossimamente su Duegradi, ci occuperemo di un approfondimento sulle cause che portano le donne a rappresentare, secondo le Nazioni Unite, ben l‘80% delle stime degli sfollati in relazione alla crisi climatica.+

 

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