Soluzioni contro il cambiamento climatico: l’efficientamento energetico
Una casa meglio isolata emette meno gas serra perché utilizza meno energia nel riscaldamento, nel raffreddamento, nell’illuminazione e così via.
Pensiamoci: i costi delle bollette del gas e dell’elettricità non fanno che crescere. Certo, le tasse giocano un ruolo importante, ma qualcosa ci dice che anche tenere il riscaldamento a 25 gradi, che sia inverno o estate, non aiuti particolarmente. Cosa possiamo fare per migliorare la situazione? Forse è ora di pensare all’efficientamento energetico della casa.
Che vuol dire efficientamento? La parola è un neologismo utile a rappresentare un concetto fondamentale nella gestione delle emissioni: indica infatti il processo del rendere più efficiente qualcosa (come, in questo caso, le prestazioni energetiche delle abitazioni). L’efficientamento può portare a risparmi in termini economici, ma anche climatici: una casa meglio isolata emette meno gas serra perché utilizza meno energia nel riscaldamento, nel raffreddamento, nell’illuminazione e così via.
Non stiamo parlando di piccole cifre: secondo il Piano Nazionale Integrato per l’energia e il clima (PNIEC), in Italia l’efficientamento energetico del settore residenziale dovrebbe coprire un terzo delle riduzione dei consumi di energia finale in Italia entro il 2030. Non si tratta solo di cambiare gli infissi e mettere i doppi vetri: rendere una casa più efficiente vuol dire adattarsi a politiche e standard rigidi, che risultano però in enormi benefici. A livello globale, infatti, una maggiore efficienza energetica delle abitazioni ha permesso di risparmiare, tra il 2000 e il 2017, oltre 7 exajoule di energia, che è più di quanto un Paese come l’Italia consumi ogni anno.
Fonte: elaborazione dell’autore a partire da Energy Efficiency 2018 (IEA)
Non è poco, a pensarci. Il grafico qui sopra mostra quali elementi hanno permesso i maggiori risparmi: l’isolamento termico (riscaldamento e raffreddamento degli ambienti) è indubbiamente l’elemento più importante, ma anche altri fattori come l’illuminazione (pensiamo alle lampadine, che consumano ormai un decimo rispetto a prima) hanno avuto un ruolo di rilievo.
Nonostante i progressi nel campo dell’efficientamento energetico, tuttavia, a livello globale il consumo di energia legato alle abitazioni continua a crescere e, sempre a partire dal 2000, è aumentato di più del 20%. Questo è dovuto soprattutto ai Paesi in via di sviluppo, in cui vengono costruite nuove case per soddisfare i boom demografici ed economici. Quello del consumo energetico residenziale è allora è un problema irrisolvibile? No: secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, con le dovute accortezze politiche potremmo continuare a far espandere il settore residenziale senza per questo incrementare la sua richiesta energetica. Questo, però, dipenderà anche dal cambiamento climatico.
Prospettive e rischi legati al clima
Anche il cambiamento climatico è responsabile della crescita della domanda energetica delle abitazioni. Pensiamo, ad esempio, al raffreddamento degli interni; in altre parole, ai condizionatori, oramai compagni indispensabili per molti Italiani. Il riscaldamento globale genera una domanda sempre maggiore di energia in estate, e senza politiche di mitigazione rischiamo di dover convivere con temperature prima inimmaginabili. Se ora i condizionatori nel mondo consumano già più del doppio dell’energia di tutta l’Africa, ed emettono più anidride carbonica del Giappone, provate a immaginare cosa potrebbe accadere con un ulteriore innalzamento delle temperature!
Da un altro punto di vista, ugualmente importante sarà l’impatto degli eventi meteorologici estremi, visto che diverse ricerche sottolineano come il consumo di energia per le abitazioni sia legato a filo doppio alle trasformazioni meteorologiche, oltre che climatiche.
Il punto è che consumi energetici e clima hanno un rapporto di mutua dipendenza. L’aumento della popolazione mondiale, la crescita dei paesi in via di sviluppo e la mancanza di una politica coerente di efficientamento energetico aumentano l’importanza degli squilibri climatici; viceversa, questi fanno sì che gli individui tendano a proteggersi da un clima esterno sempre più insostenibile, incrementando ulteriormente i propri consumi. Come possiamo fare, allora, per rompere questo circolo vizioso?
Il ruolo dell’individuo
A livello individuale, per combattere il cambiamento climatico attraverso l’efficienza energetica in casa possiamo cominciare dalle piccole cose: è ancora necessario ricordarci di spegnere la luce uscendo da una stanza o spegnere il pc piuttosto che lasciarlo in stand-by per la notte? Forse sì, ma non limitiamoci a questo: per diminuire i consumi possiamo cambiare le lampadine a incandescenza con le alogene o quelle a led; comprare elettrodomestici più efficienti; fare la manutenzione degli impianti di riscaldamento dell’acqua e, perché no, pensare a una pompa di calore.
Se vogliamo investire più tempo e denaro, abbiamo visto che l’isolamento termico delle case è il fattore che ha permesso per ora un risparmio maggiore, e dunque val bene un pensiero.
Teniamo a mente, infine, che non siamo soli in questo impegno: l’Unione Europea, ad esempio, mette l’efficienza energetica in cima alla sua Agenda per un “pianeta pulito per tutti”, con un accento sul settore residenziale. Dato che nel 2050 la maggior parte degli edifici esistenti sarà costituita da palazzi presenti già oggi, sarà prioritario rendere più efficiente ciò che c’è, prima di occuparsi di ridurre l’impatto delle costruzioni future. Per questo, a livello nazionale esistono i finanziamenti per l’efficientamento energetico delle abitazioni, e a livello internazionale gli standard energetici per i singoli elettrodomestici e gli edifici nel loro complesso.
Una soluzione ulteriore, poi, la fornisce la tecnologia: da una parte, attraverso la domotica, che permette di gestire la propria abitazione e i suoi consumi nella migliore maniera possibile; dall’altra grazie alle sue applicazioni sulla struttura degli edifici. Un esempio? Le “case passive”, che permettono di minimizzare la domanda di energia attraverso flussi di caldo e freddo tratti dall’ambiente esterno, apparecchiature efficienti e isolamento termico all’avanguardia.
Per concludere, in Italia sono presenti chiare politiche Nazionali, e l’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica mette a disposizione molti strumenti per informarci e calcolare quanto potremmo risparmiare tramite l’efficientamento della nostra casa (e della nostra vita!). Se è vero che spesso investire su qualcosa di cui non percepiamo l’immediata utilità è difficile, è necessario rendersi conto che aumentare l’efficienza energetica significherebbe tagliare una buona percentuale della bolletta e, soprattutto, fare la scelta migliore per il clima.
**Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione di altre organizzazioni ad essa collegate**
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