Il futuro dell’energia
Una panoramica energetica dell’Italia. Ora e quale sarà la direzione.
di Diego Michielin
Nella storia dell’umanità la gestione dell’energia si è sempre intrecciata al progresso. Basti pensare all’invenzione della ruota che ha permesso ai nostri antenati di muovere oggetti pesanti con un minimo sforzo, riducendo significativamente l’energia necessaria. Le rivoluzioni agricole sono state favorite dal ricorso ad animali da traino nel pesante lavoro dei campi, per non parlare della centralità del vapore nella rivoluzione industriale inglese.
Senza fonti di energia manipolabili non potremmo immaginare la società così come la intendiamo e anche le sfide del domani si intrecciano profondamente con l’energia. Ma per capire il futuro serve conoscere il presente: qual è la situazione del comparto energetico in Italia ad oggi? E quali sono le possibili strade da prendere in futuro per una migliore gestione dell’energia in un contesto di crisi climatica?
L’energia primaria
Le statistiche riguardanti la produzione e i consumi energetici di una regione geografica rientrano fra gli indicatori chiave per la comprensione della sua condizione economica e sociale. Esistono innumerevoli organizzazioni che stendono annualmente dei rapporti nei quali viene fornita una visione della situazione nei dettagli.
Per quanto riguarda l’Italia i consumi di energia al 2019 sono stati pari a circa 150 mega tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), una unità di misura dell’energia come lo sono il Joule, il kilowattora o la caloria. Tale domanda di energia primaria è stata soddisfatta al 36% dal gas naturale, al 34% dal petrolio e al 21% da fonti rinnovabili.
Per fare un paragone, sempre nel 2019, a livello globale, le percentuali ammontavano a circa 25% di carbone, 25% di gas naturale e 30% di petrolio, per un totale di 14.000 Mtep.
Facendo riferimento alle principali nazioni dell’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia), i comparti che più incidono nei consumi finali sono stati quello dei trasporti per il 35%, l’industria per il 30% e il settore domestico per il 20%.
L’apparato circolatorio degli elettroni
Fra le fonti di energia, quella elettrica ricopre un ruolo di primo piano poiché l’elettricità nei paesi avanzati è diventata un servizio indispensabile al quale è difficile – se non impossibile – rinunciare. Come in un gigantesco apparato circolatorio, l’elettricità viene prodotta tradizionalmente in snodi (le centrali termoelettriche) per essere trasportata in tutto il territorio tramite una rete di trasmissione ad alta tensione. Infine, essa raggiunge le utenze tramite una rete capillare di distribuzione in bassa e media tensione.
I consumi di energia elettrica in Italia, nel 2019, sono stati pari a circa 320 terawattora (TWh). Di questi, circa il 43% è stato assorbito dal comparto industriale, il 33% dai servizi e il 20% dal settore residenziale. L’agricoltura ha assorbito solamente l’1,5%.
Per quanto riguarda invece la generazione di energia elettrica, la produzione nazionale lorda (che include anche le perdite, cioè l’energia sprecata durante il trasporto o l’utilizzo) è stata pari a circa 280 TWh. Tale produzione è stata coperta circa per il 60% dalle centrali termoelettriche, per circa il 15% dall’energia idroelettrica e per il restante 25% dalle altre fonti rinnovabili (eolico, geotermico, fotovoltaico e bioenergie).
I rimanenti 40 TWh necessari a soddisfare la domanda nazionale sono stati coperti dalle importazioni. L’Italia si conferma, a livello mondiale, il maggiore importatore di elettricità a pari merito con gli Stati Uniti, che hanno però una richiesta annua ben più alta, che ammonta a 4200 TWh.
Consumare meglio
Fra i vari parametri energetici, l’efficienza assume ad oggi un ruolo sempre più determinante. Per rafforzare la sostenibilità ambientale ed economica, infatti, non basta produrre in maniera più pulita ma è necessario anche consumare meno e consumare meglio. L’efficienza energetica, come ogni parametro legato al rendimento, si può descrivere come il rapporto fra energia utilizzata (per esempio, 90) ed energia immessa (100). È chiaro come il 10% mancante al computo sia legato alle perdite dovute al processo come attriti, dispersioni e cadute di tensione.
Nel 2019 in Italia il risparmio energetico è stato pari a 4,9 MTep e i principali meccanismi messi in atto per conseguire tale risultato sono stati
- I certificati bianchi, cioè titoli che attestano il conseguimento di risparmi negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento dell’efficienza energetica. Un certificato bianco equivale al risparmio di 1 Tep.
- Le detrazioni fiscali per la qualificazione energetica degli edifici.
A titolo di esempio, fra gli interventi di efficientamento energetico si possono trovare la sostituzione delle lampade a incandescenza con quelle a LED, l’aumento del rendimento nella produzione elettrica e la coibentazione degli edifici. Ma cosa ci aspetterà nei prossimi anni?
L’energia del futuro
Considerando la situazione climatica e lo stato dell’arte della tecnologia, il futuro dell’energia dovrà affrontare diversi temi. Fra questi rientrano la già citata efficienza energetica e l’obiettivo della riduzione dei consumi assieme al rafforzamento di ricerca e innovazione.
Vi è poi la decarbonizzazione, da attuare tramite il ricorso alle fonti rinnovabili e ai relativi sistemi di accumulo per il mantenimento dell’equilibrio nel sistema elettrico al fine di fronteggiare i picchi di consumo e i vuoti nella domanda.
Sarà da considerare infine il tema della sicurezza energetica tramite la diversificazione dell’approvvigionamento delle fonti. Questo punto assume un ruolo fondamentale essendo l’Italia dipendente dalle importazioni sia in termini di materia prima (come le terre rare e metalli, necessari per la produzione della componentistica ad alta tecnologia necessari per la “rivoluzione verde”) che di elettricità.
Qualunque saranno le misure prese in tal senso, è innegabile che la dimensione energetica manterrà un ruolo centrale anche negli anni venturi: da essa dipenderanno svariati aspetti che impattano direttamente sulla nostra quotidianità, dall’emergenza climatica allo sviluppo tecnologico.
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